20 aprile 2008

Maturo

A voi l'aggettivo maturo cosa fa pensare? Secondo me è un termine che può richiamare alla mente concetti e situazioni molto diverse. Fondamentale è il contesto di riferimento: per un sales manager è un mercato o un prodotto del quale sta seguendo le vendite, per un tifoso sarà il momento giusto per la propria squadra di fare gol... Cercando su google, ad esempio, in ordine vengono fuori: un'azienda produttrice di pali in cemento, un'agenzia immobiliare del New Jersey, un avvocato casertano, annunci vari di dubbia moralità... Su wikipedia maturo è addirittura un nome proprio di persona (italiano maschile)... con tanto di onomastico (2 giugno) e Santo. Così si crea solo confusione. Rivolgendosi alle risorse tradizionali (il dizionario, per intenderci) si scopre che l'aggettivo in questione, in sostanza, definisce una condizione temporale: maturo si dice del frutto che ha raggiunto il massimo sviluppo, di cose che hanno compiuto il loro corso, di persona che si trova compresa tra la giovinezza e la vecchiaia... Su quest'ultimo punto non sono completamente d'accordo. Detta così sembrerebbe che un uomo e una donna maturi siano più vicini a vecchiaia che a giovinezza. Secondo me, anche per gli esseri umani, in certi casi, calza a pennello il concetto di maturità adottato per il vino. Maturo si dice di un vino che, indipendentemente dall'età, presenta un equilibrio e un'armonia ottimali, nel quale tutte le caratteristiche organolettiche hanno raggiunto il massimo grado di apprezzamento. A dar man forte c'è anche l'etimologia della parola: "maturo" deriva dal latino maturus, che trae origine dal celtico matu che significa "buono". Dunque è vero che la maturità è un momento di apice ma, non dimentichiamo, come nei vini più preziosi, può durare anche molto a lungo...
Pubblicato da Bobadillas alle 8:51 AM |
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