A scuola di Sagrantino
Primo assaggio è stato il Colle Martani DOC Grecante 2007, vino ottenuto da uve grechetto, caratterizzato da un buon profumo di gelsomino e pesca bianca e da una piacevole freschezza gustativa. Da apprezzare, secondo noi, assieme ad un bel risotto bianco con crostacei. A seguire il Sagrantino di Montefalco DOCG Collepiano, nell’annata 2005. Qui l’olfatto si fa più penetrante e conquista con un profumo di piccoli frutti rossi, note balsamiche e di tabacco dolce. In bocca ha un tannino superbo accompagnato (meno male) da una grande struttura. Ottimo, tra qualche anno, con cacciagione o un arrosto al tartufo. La giornata è poi proseguita in modo goliardico e scanzonato, passando in rassegna i prodotti dei più noti produttori: Adanti, Antano, Antonelli San Marco, Colpetrone, Perticaia e tanti altri…Al prossimo anno.
Possono le persone distinguere il patè dal cibo per cani?
Partendo dalla similarità degli ingredienti utilizzati per la produzione, è stato chiesto a 18 soggetti di assaggiare cinque diverse preparazioni a base di carne: un pregiato patè di fegato d'anatra, un più ordinario patè di maiale, dello spam (un tipo di carne in scatola), liverwurst (ricordate quegli affettati rosa onnipresenti nel buffet a colazione in Germania?) e cibo per cani in scatola. Ad ciascuno, poi, è stato chiesto di assegnare un voto, da 1 (il migliore) a 5 (il peggiore), ad ogni campione. Per evitare che i risultati siano falsati dal pregiudizio solitamente associato al consumo di cibo per cani, i cinque prodotti sono stati lavorati in un robot da cucina per far si che tutti avessero la stessa consistenza (quella di una mousse), raffreddati in frigorifero a circa 4°c e presentati in delle ciotole con guarnizione di prezzemolo (che carini…). Il risultato? Questa è la distribuzione dei voti (in percentuale):
Ebbene, se da una parte il cibo per cani è stato votato come il peggiore tra i campioni dal 72% dei soggetti, dall’altra la prelibata mousse di fegato d’anatra è stata votata come la migliore tra i campioni “solo” dal 55% dei soggetti. Anche peggio è che, tra i due estremi, il 55 % (33+22) dei soggetti ha votato spam e liverwurst al 2° posto… In poche parole la maggioranza ha gradito due prodotti dal gusto poco caratterizzato e omologato. Che ne pensate? Non c’è poi da restare sorpresi più di tanto.
Quello che mi ha incuriosito, dando origine a questo post, è il risultato ottenuto dai ricercatori alla domanda di identificare quale fosse il cibo per cani: solo 3 su 18 hanno indovinato (il 17%).
Vero è, come fatto notare nel working paper, che il gusto è un fatto culturale (cavallette, serpenti, cani o cavalli in alcune parti del mondo sono graditi, in altre no), legato ad un periodo storico preciso, ma è altrettanto vero che i pregiudizi influenzano le nostre scelte più di altri fattori. Secondo i ricercatori i soggetti sono stati “ingannati” dal pensiero che il cibo per cani fosse peggiore in termini di gusto. Se a ciò si aggiunge l’indiscutibile verità che il gusto và educato (ricordo di quando sputai la prima kriek di Cantillon nel lavandino…), il passo successivo è breve: bisogna sperimentare! Con una veloce ricerca sul web, ho trovato questa ricetta di biscotti per cane che quanto prima andrò a sperimentare (pardon, sgranocchiare). Bon Appétit.
Biscotti per ladri di pantofole
(da http://www.cavolettodibruxelles.it/ )
per una trentina di biscotti per cani
farina di segale 1 tazza
farina integrale 1 tazza
farina bianca 1 tazza
uovo 1
semi di lino 3 cucchiai
semi di sesamo un cucchiaio
fondo bruno in polvere 1 cucchiaio
olio d’oliva 2 cucchiai
acqua circa mezza tazza
Mescolare tutti gli ingredienti secchi, aggiungere l’uovo e l’olio e quanto basta di acqua per ottenere un impasto omogeneo. Stenderlo al matterello su 3-4mm, ritagliare i biscotti, disporli su una teglia da forno rivestita con carta da forno e cuocere a 180° per mezz’ora. Lasciar raffreddare completamente prima di propinarli al cane :-)
AAA maitre chocolatier cercasi
Poco tempo fa sono stato a cena all’open di Antonello Colonna. Tra i vari piatti provati, nonostante la mia propensione per il gusto salato, è stato un dolce ad entusiasmarmi: una crème brûlée al Toscano… buonissima! Giusta consistenza, servita a temperatura perfetta e caratterizzata da un aroma e sapore di sigaro esaltante. Sicuramente è un piatto che si apprezza più da fumatori ma, a mio avviso, è godibilissimo anche per i “meno” viziati. Così mi sono messo alla ricerca di una ricetta in rete che approssimasse qualcosa del genere e ho trovato degli invitanti cioccolatini che dovrebbero funzionare altrettanto bene. Ingredienti per la realizzazione e birra (o distillato) di accompagno, chiaramente, sono a carico mio: “qualcuno” li prepara? :-)
Ingredienti:
panna 200 g
cioccolato al 70% 250 g
burro 60 g
cacao amaro in polvere circa 100 g
un pezzo di sigaro lungo 3 cm circa sbriciolato grossolanamente con le dita
tre pizzichi di tè lapsang Souchong o Russian Caravan
Per la preparazione ecco il link al blog (che ringrazio) dove ho trovato la ricetta:
http://chezmoi72.blogspot.com/2009/01/cioccolatini-al-sigaro-toscano.html