31 marzo 2008

Senza parole

Da un paio d'anni c'è un acceso dibattito sull'applicazione in cucina delle conoscenze scientifiche relative alle trasformazioni che avvengono negli alimenti durante la loro preparazione. Mi riferisco alla frittura nello zucchero, al congelamento attraverso l’azoto liquido e altre. L'argomento in questione però non è questo. Cinquepercento, sempre attento alle mode e alle tendenze in campo culinario, affronta oggi una nuova frontiera della cucina: l'uso di tecniche militari in gastronomia.
Ieri, domenica 30 marzo, nella ridente cittadina di Paliano, si è svolta la "passeggiata del gusto" organizzata dalla condotta Slow food di Frosinone, con l'obiettivo di tutelare e promuovere i prodotti del territorio circostante. Ad ogni partecipante è stata fornita una carta con la rappresentazione del tragitto "goloso" e la tipologia dei prodotti enogastronomici somministrati all'interno del centro storico suddiviso in "isole alimentari tematiche". In tutto 18 tappe, 18 fermate, trasformatesi in 18 piccoli calvari (per gli espositori, s’intende); in poche parole: una sorta di via crucis del gusto.
Attori della scena dieci giovani facinorosi venuti a cavallo dall'urbe, armati di zainetti e bicchiere, che hanno messo a ferro e fuoco la città. Prima dei fatti una breve premessa di carattere storico-militare è necessaria. Con il termine Gravis Armatura, contrariamente a quanto si pensa, i romani non intendevano soldati fortemente corazzati o rivestiti di metallo ma una caratteristica tattica, un modo di combattere che nell'aggettivo gravis (pesante) indicava la solidità e l'impenetrabilità del fronte armato a qualunque avversario. L'incorruttibilità del fronte, la sua pressione sull'avversario e la grandissima capacità protettiva del suo assetto era determinata dalla formazione ristretta e quadrata: il suo punto di forza, in poche parole, era nella compattezza tra gli uomini. Tutto ciò, ai giorni nostri, è riassumibile in questo modo:
Tecnica d'assalto n° 1) Al primo banco d’assaggio (il n° 7 se non sbaglio) la milizia si è lanciata su due vassoi di tartine (patè di carciofi e salsa al tartufo). Tanto è stato l'impeto dell'attacco che non ho ben capito cosa è successo: posso testimoniare solo di aver visto qualcuno con in mano tanti stuzzicadenti da poterci costruire una piccola barca.
Tecnica d'assalto n° 2) Ore 16,30 banco n° 11: la macelleria. Qui l'attacco si è fatto più raffinato, se vogliamo subdolo. Come uno sciame di insetti che si apre e si richiude, i dieci facinorosi, attorno a coppa e guanciale, con maestria, confondendo l'avversario, arrotolavano l'intero parco salumi sui pezzetti di pane a disposizione. In pochi secondi era tutto esaurito.
Tecnica d'assalto n° 3) Dopo il salato è il turno della pasticceria. Come barbari, dopo aver ucciso gli uomini del villaggio, iniziano la fase di violenza e saccheggio. Mentre la pasticcera è intenta a riempire i sacchetti con i dolci dalla retroguardia parte lo scippo della ciambella....
E così via, la scorribanda continua per le vie del paese "pizzicando" salsicce, marzoline, fagioli e ciambelle. Per ultimo l'argomento vino. Come sempre i soliti noti sono stati redarguiti e riportati all'ordine dalle solite streghe. Le raccomandazioni sono sempre le stesse: "Ora basta bere, c’è da fare tanta strada al ritorno"... A mio avviso chi ha bevuto di più sono due (plurale femminile) che non essendo state incaricate del ruolo di guida (automobilistica) hanno recuperato quanto non bevuto nelle occasioni passate. Fine "battaglia" in puro stile goliardico al pub 6 gradi, con tanto di sbrago collettivo, birre e avanzi (pochi) di cibo sul tavolo.
“Historia magistra vitae” … recita un famoso detto latino.
Pubblicato da Bobadillas alle 2:01 PM |
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